martedì 20 novembre 2012

Il tramonto del Sole(24ore): parte 1

Il complottista medio ritiene, spesso e volentieri, che alcune fonti di informazione vadano assolutamente evitate. Come la peste. In realtà, disponendo di sostanzioso tempo, è utile avere a disposizione varie fonti che siano diverse tra loro. Anche quando esse lo sono in maniera finta e stucchevole. La ovvie qualità necessarie per leggere o ascoltare codeste miniere di notizie sono la perseveranza e la pazienza. Chi pensa che il sottoscritto si stia riferendo alla qualità o alla faziosità dei testi è decisamente fuori strada. In realtà sono la lunghezza e la prolissità dei giornali/articoli ad essere insostenibili a mio modesto parere. Per chi ha avuto la fortuna o il coraggio di leggere un quotidiano inglese noterà come le notizie sono prive di arzigogoli, digressioni, ripetizioni e lungaggini varie. Probabilmente i nostri scribacchini nazionali faticherebbero a stare dentro il limite di parole imposto dal boss di turno.

Sfogliando il Sole 24Ore, giornale sempre presente ove sono domiciliato, con fare annoiato, è capitato sotto il mio sguardo disattento un articolo di Giuseppe Maria Pignataro.
L'articolo era intitolato "Riduciamo il debito per rilanciare il paese". Ammetto questa volta di essere stato colto da un attacco di malizia acuta. Mentre leggevo ridurre il debito nella mia testa rimbombava "taglio spesa pubblica". Dopo essermi autoinflitto insulti quali "complottista!" e "keynesianista!",  e dopo aver gettato dalla finestra la foto di Alberto Bagnai da Pescara, mi sono deciso a leggere l'articolo in questione. Senza se, ma e scusanti di vario genere.

L'argomento che l'autore intende trattare è quello della riduzione del debito come causa virtuosa di rilancio economico del paese. Dopo una ventina di righe ecco arrivare finalmente le proposte concrete per far ripartire l'economia nostrana:
  1.  "La prima è che per ritrovare un percorso di crescita è indispensabile far ripartire i consumi interni attraverso l'incremento dei redditi disponibili delle famiglie; riattivare una dinamica positiva degli investimenti pubblici e privati; riportare l'industria bancaria nella sua piena ed efficiente funzionalità".
  2.  "La seconda è che senza liberazione di risorse adeguate non sarà possibile adottare politiche economiche che producano le condizioni per soddisfare le esigenze menzionate".
  3.  "La terza è che, con una governance europea fortemente orientata al rigore e all'austerity, l'unica modalità per liberare risorse e rigenerarle è rappresentata dall'eliminazione immediata e diretta dell'eccesso di debito rispetto al prodotto, formatosi dal 2008 ad oggi e che ammonta a 400 miliardi di euro".
  4. "La quarta è che questa eliminazione, considerata la situazione dei mercati, può essere realizzata in modo efficiente ed efficace solo attraverso un riequilibrio (temporaneo) tra patrimonio pubblico (il nostro principale punto di debolezza) e il patrimonio privato (il nostro principale punto di forza), da realizzare con modalità eque e compatibili con la ripresa di un cammino virtuoso. Una vendita del patrimonio pubblico cedibile sul mercato potrebbe consentire di rimborsare nel tempo la tassa una tantum necessaria a conseguire l'abbattimento dello stock di debito".
L'articolo non è finito. Davanti a tale sforzo elucubrativo da parte di Pignataro è doveroso fermarsi, riflettere e capire. Le mie contro considerazioni sono semplici e banali. Dato che il blog è mio le faccio. Chi le vuole leggere bene, altrimenti bene!
  1. Giusto è affermare che senza la ripartenza dei consumi interni è difficile una risalita della china. Altrettanto giusto è dire che ciò dipende direttamente dagli investimenti pubblici( più che quelli privati). Essendo lo Stato, doverosamente con la S maiuscola, al servizio del cittadino e non del profitto, deve espandere la spesa in investimenti, ossia quella pubblica. Due parole anche sulla ripresa della centralità delle istituzioni bancarie. Le banche italiane sono quelle che hanno beneficiato maggiormente delle iniezioni LTRO (Long Term Refinancing Operation) della BCE. Invece di adoperare tale misura monetaria espansiva con modalità funding for lending, hanno fatto altro. Ammetto senza se e senza ma che l'istituzione bancaria è fondamentale nella nostra società. Senza di essa il capitalismo e quindi gli innumerevoli benefici derivanti da esso sarebbero sconosciuti a tutti. Bisogna ammettere però, senza timore, che le banche hanno causato questo disastro finanziario. Le stesse banche che, mentre piazzavano junk bond e creavano bolle, aumentavano i benefits del proprio management.
  2. Frase vaga e senza senso. Risorse adeguate per attuare politiche economiche che producano... In realtà sarebbe interessante far osservare a Pignataro due cose. La prima, legata per forza di cose al punto precedente, è che se le banche avessero utilizzato le diverse centinaia di miliardi ricevute dalle BCE per far indebitare le imprese e le famiglie (è il capitalismo bellezza! e si basa sul debito!), sicuramente la nostra economia non si troverebbe così affossata. La seconda concerne la nostra presenza nell'Unione Europea. Se mettiamo soldi per Essa (vedi Esm) e poi non vogliamo/possiamo riceverli perchè sarebbe segno definitivo di crisi/default, credo siano evidenti le divergenze di finalità nostre ed europee. Teoricamente dovrebbero essere i paesi che hanno maggiormente beneficiato di questa Unione a dover socializzare le perdite altrui. Proprio per il fatto che loro, i paesi del nord, si sono arricchiti non soltanto grazie alle riforme strutturali, al tessuto imprenditoriale, alla minor burocrazia, all'assenza di criminalità organizzata, alla maggior trasparenza dei politici, ma soprattutto tramite svalutazioni reali competitive (vedi Germania). Ma grazie soprattutto a questa Unione Europa che ha permesso ai paesi che avevano forti surplus di bilancia commerciale, di inondare i PIIGS di capitali e merci.
  3. Secondo Pignataro l'austerity della governance europea (che si legge Germania) non ci permette di fare le riforme che riterremmo opportune. Quindi ci lasciano l'unica opportunità di ridurre in qualche modo il debito accumulato dal 2008 con il calo del PIL e l'aumento della spesa per interessi sul debito pubblico. Abbiamo già visto che il PIL per tornare a crescere richiede investimenti e spesa pubblica. Ma non si può fare perchè abbiamo un debito pubblico in rapporto al PIL troppo elevato. Quindi dobbiamo tagliare la spesa improduttiva, insomma gli sprechi! Questo è l'unico modo che conoscono per ridurre il debito. Mi domando però come possa essere possibile chiedere al lupo di controllare l'agnello. Quindi portando l'esempio nella realtà che ci interessa com'è possibile chiedere alla classe dirigente e politica di ridursi....a 360°? Difficile. Anzi impossibile. Questo si tramuterà nella distruzione di qualche altro articolo costituzionale. Tagli netti e orizzontali, ma anche verticali, alla sanità, welfare. Insomma taglieranno i servizi ai cittadini. Servizi che i cittadini saranno costretti a pagare più salatamente, sia nel caso saranno forniti dallo Stato o dai privati. O nel peggiore delle ipotesi, dovranno rinunciare a tali servizi!
  4. Il quarto punto è la ciliegina sulla torta. Una chicca che il nostro Pignataro riserva per i palati fini. Ossia per quei complottisti/Keynesianisti ostici, che sono andati avanti a leggere. Stoicamente. Secondo lui i soldi potremmo trovarli nel settore immobiliare, precisando che esso è il nostro punto debole (il patrimonio dello stato) ma anche forte (riferendosi al patrimonio privato). Peccato che abbia dimenticato, accidentalmente (io non posso pensare male) che il patrimonio privato è stato toccato. L'inserimento dell'Imposta Municipale Unica è una patrimoniale! Eh si! Nuda e cruda. Quindi lo stato ha già recuperato un po di soldi dalle nostre tasche. Per quanto riguarda il patrimonio pubblico Pignataro sostiene che potremmo vendere sul mercato (anche perchè non esistono altri posti per farlo) il patrimonio che, secondo qualcuno, dovrà essere tagliato. Peccato che il prezzo di un prodotto che si mette sul mercato è deciso dal mercato stesso. E non dal venditore come qualcuno vorrebbe suggerire. Quindi dalla legge della domanda e dell'offerta. Essendo in una crisi finanziaria nata da una bolla immobiliare, ritengo difficile che si riuscirà a "piazzare" al prezzo desiderato il bene considerato cedibile. Semmai bisognerà svenderlo. E perchè mai dovremmo svendere il patrimonio pubblico, ossia di tutti i cittadini? Questo non è dato saperlo.
Vero è che la spesa per interessi sul debito ci sta massacrando. E che le manovre suppletive che abbiamo fatto e che faremo andranno a coprire le voragini lasciate dagli interessi.
Il bombardamento mediatico che i cittadini subiscono riguardo al debito pubblico è aberrante. Tutta la colpa è del debito pubblico. Della casta e  della corruzione. Quindi la spesa pubblica e il patrimonio pubblico vanno tagliati. Così abbassiamo il debito pubblico. Risparmieremo in spesa per interessi e ritorneremo a crescere. Peccato che non sarà così. Perchè il problema non è il debito pubblico. Il debito pubblico era alto anche prima. E negli altri paesi PIIGS non vi era un allarme debito pubblico come il nostro. Quindi le cause sarebbero da ricercare altrove.

Strano è che un giornale importante e stimato come il Sole 24Ore si lasci andare a questi articoli. Difficile risulta non essere maliziosi. Nonostante tutto preferisco sempre credere che gli altri siano ignoranti piuttosto che in cattiva fede.

3 commenti:

  1. Ma qual'è il livello del Debito Pubblico oltre il quale ci si deve preoccupare? E poi chi lo dice che una grandezza patrimoniale va giudicata in rapporto ad una grandezza eddituale come il PIL? E perché non si considerano le passività finanziarie in relazione alle attività come si fa per le aziende private? Perché l'Unione Europea non misura il Patrimonio netto degli Stati (Attività - Passività)? Perché nessuno dice che l'Italia è uno dei paesi messi meglio come Patrimonio netto? Perché nessuno dice che l'Italia ha un rapporto tra Attività patrimoniali e PIL tra i più alti del mondo? A che serve vendere le attività patrimoniali per abbattere le passività finanziarie (il debito pubblico) se alla fine il Patrimonio netto rimane invariato?
    Le domande sono poste...

    Asterix

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    1. Saprai bene che già nel 1992, in piena crisi della lira, ci fu un incontro in cui Draghi & CO. tentarono di svenderci. La cosa è vera perchè finì in parlamente. Fece gran clamore e scalpore. Ora a distanza di 20 anni si sono ricrete (leggere:hanno creato) le condizioni per promuovere una nuova svendita sovrana e patrimoniale, vendendola come unica e sola soluzione per combattere debitopubblicocastacorruzionebrutta. E i piddini con boccaloni al seguito credono ciecamente a queste fandonie condite. Gli esempi da te indicati sono chiari e veri.

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  2. Tutto vero. La storia , e anche non tanto segreta, che già nel 92', il famoso Draghi, allora funziomnario sempre della banca centrale d'Italia, in accordo con chissà quali forze massoniche, tentò la svendita delle ricchezze patrimoniali dello stato italiano. Due parlamentari aprino un'interrogazione parlamentare
    sull'accadutoe al cosa venne nascosta al pubblico. Questo personaggio lo ritroviamo a capo della banca centrale europea che, con un compito, stavolta prepobderante, concluderà quello che aveva iniziato 2o anni fa.

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