venerdì 16 novembre 2012

SME ed Euro. Cui prodest?


Fornendo un brevissimo escursus storico possiamo partire dal regime di Bretton Woods. Esso prevedeva la parità dei cambi tra le varie valute e il dollaro, e la convertibilità con l'oro. All'inizio degli anni '70 si decise di abbandonarlo. Successivamente i paesi europei cominciarono a discutere sulla possibilità di adottare un regime di cambio rigido. Così i paese appartenenti all'allora CEE si accordarono nel 1972 con l'intento di mantenere stabili i tassi di cambio. Questa prima fase fu denominata "serpente monetario". Esso confluì nello SME (sistema monetario europeo) e con la creazione dell'ECU, moneta virtuale definita come media di tutte le valute dei paesi aderenti, si proseguì verso quell'idea di sistema monetario a cambi rigidi. Vennero comunque permesse percentuali di fluttuazioni a quei paesi a forte rischio stabilità monetaria. Già allora i detrattori di questo progetto facevano notare come l'area europea, non essendo un AVO, avrebbe creato enormi scompensi.

Ma perchè tutto ciò venne fatto? A chi conveniva? Basti pensare che un tasso di cambio fisso comporta enormi vantaggi e soprattutto sicurezze per un paese che presenta forti surplus nella bilancia commerciale. Se il paese A (leggere:Germania) presentasse forti avanzi di CA, esso avrebbe la possibilità di finanziare (leggere:prestare) il paese B (ad esempio la Grecia) con il suo surplus. Perchè si dice che A ha convenienza a prestare a B in un regime di cambi fissi? Semplicemente perchè nel momento in cui B andasse in crisi (che è successo), non potendo svalutare poichè non è prevista flessibilità nel cambio, A vedrebbe pagato totalmente il credito che ha verso B.
Se invece non vi fosse una parità di cambio, o peggio una stessa area monetaria, e B decidesse di svalutare, diciamo di un 25%, per cercare di recuperare competitività il credito che A detiene nei confronti di B si svaluterebbe anch'esso. Ecco perchè si dice che in una svalutazione il debitore è l'unico attore che trae vantaggio.

Vediamo cosa dicono i dati relativi ai CA nei periodi ex ante ed ex post dell'adozione dell'euro come moneta per i paesi "nordici".
Periodo ex ante l'euro per i paesi considerati nordici dell'EU:
IMF Data&Statistics WEO October 2012
Periodo ex post l'introduzione dell'euro per i paesi considerati nordici dell'EU:
IMF Data&Statistics WEO October 2012
 E i PIIGS direte voi? Dateme tempo. Ora arrivano i PIIGS nel periodo SME:
IMF Data&Statistics WEO October 2012
Ancora i PIIGS successivamente all'introduzione dell'euro:
Le didascalie.....
Cose da notare:
  1.  La scala dell'asse delle ordinate tra paesi Nord Eu e PIIGS. I PIIGS non hanno mai superato i  4000.
  2. L'ingresso nello SME è stato un buon affare per i paesi nordici mentre una grossa fregatura per i PIIGS. (Per chi dice "ma la Germania nell 1989 subì un crollo" ricordo che crollò anche il muro di Berlino) 
Ritengo giuste le ragioni di tutti quelli che hanno forti dubbi sulla moneta unica e verso tutti quelli che affermano che ora la soluzione dovrebbe essere più Europa. Se per più di 20 anni è stato messo in piedi uno spettacolo solo per pochi fortunati, mentri altri erano stati invitati ma sono stati lasciati fuori, è giusto e doveroso mostrare il proprio disappunto. Fortunatamente qui carta canta. I dati parlano molto più delle parole.



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