giovedì 13 dicembre 2012

Un pinnipede nel "Il tramonto del Sole(24Ore)" - Parte 2

Ebbene sì. Il glorioso giornale, fondato nel 1865, è rientrato prepotentemente nella mia quotidianità. Così, dopo pranzo, in attesa di smaltire il pranzo, un po' troppo pesante, ho deciso di sfogliare il Sole in attesa che la digestione facesse il suo corso. Sciocco fui io a pensare che il fruscio delle pagine sfogliate mi avrebbe regalato attimi di serenità. Che mi avrebbero permesso di riprendere con vigore i lavori in sospeso.

L'articolo in questione è di Fabrizio Forquet, intitolato "il tradimento della crescita".
Forquet, che chiameremo "er foca", prende spunto da un'affermazione di Krugman, ossia «È come la medicina del Medioevo: salassavano i pazienti per curarli e, quando il sanguinamento li faceva star peggio, li salassavano ancora di più». Er foca non ci sta a farsi bacchettare da un premio Nobel americano, e quindi sicuramente borioso e inopportuno, per la serie "la crisi l'hanno creata loro".
Er foca va al contrattacco. Il primo cavallo di battaglia scelto è il più classico, il debito pubblico. Secondo er foca, Paul Krugman "ignora la realtà di un Paese con un debito verso il 130 per cento del Pil e uno spread stabilmente oltre i 300 punti".
Caro er foca. Il problema non è il debito pubblico. Semmai il problema è il debito privato ed estero. Già ampiamente verificato dall'ottimo lavoro di Manasse e Roubini nel lontano 2005. Oltretutto va segnalato che paesi come Giappone e Stati Uniti, hanno un debito pubblico notevolmente superiore al nostro. Eppure, nonostante qualcuno pensa che stiano andando a gambe all'aria, sono e saranno ancora pilastri dell'economia mondiale.

 Er foca decide poi di solidarizzare con Krugman, affermando e sostenendo la medesima tesi che vuole l'inizio, il più immediato possibile, di politiche atte allo sviluppo e alla crescita. Qui pare che il disco si sia nuovamente rotto. E oltretutto risulta anche fuori luogo. Qualcuno dovrebbe spiegarmi, retoricamente, come e da dove sia possibile implementare politiche per lo sviluppo e la crescita economica. Forse in Europa? Se però negli ultimi vent'anni i paesi del nord si sono interessati a noi solo per inondarci con i loro capitali e le loro merci, possiamo forse attenderci ora che decidano si socializzare i profitti (loro) e le perdite (nostre)? Non credo. Oltretutto va aggiunto che se a livello europeo non si è trovato l'accordo sul bilancio europeo e ci si è bloccato sulla questione dell'aggiungere o meno lo 0,01% del PIL europeo al suo stesso bilancio, possiamo forse aspettarci che una soluzione ad un problema strutturale come sono le divergenze nominali tra paesi, possa essere risolto con semplicità e soprattutto all'unanimità? Non credo. A livello nazionale, invece, come possiamo permetterci di spendere e di investire se da una parte non abbiamo potere di stampare moneta e/o attuare politiche monetarie espansive, e dall'altra le politiche di austerità implementate da Monti, e quindi dalla governance europea, ci stanno deteriorando rapidamente e drammaticamente?

Er foca, in seguito, rompe con Krugman e decide di proseguire per la propria strada. Adesso invece che montare la sella del precedente cavallo di battaglia, decide di salire su una carrozza, giusto per darsi un tono! Infatti afferma :"Come è stato evidenziato dalla Banca d'Italia e dal Centro studi Confindustria il Paese ha alle spalle almeno un decennio di crescita perduta. Anni in cui i tassi di interesse bassi e una favorevole congiuntura internazionale avevano creato le condizioni per quelle riforme strutturali che potevano e dovevano rendere più competitiva l'economia italiana. Anni, purtroppo, sprecati, come ha giustamente sottolineato ieri Monti. Proprio mentre la Germania, che all'inizio del nuovo millenio era considerata la malata d'Europa, ristrutturava invece la propria economia preparando il miracolo di oggi"
Imbarazzante e deprimente risulta essere un giornale e un giornalista quando falsificano la realtà delle cose. Sperando che sia stata una svista, o semplicemente una mancanza dettata da altre cause, giusto e doveroso risulta darGli qualche informazione su cui riflettere.

1) La storia dei tassi di interesse bassi è una mezza verità. Appigliarsi sempre a questi tassi di interessi, i quali dopo l'entrata in vigore dell'euro agirono e si abbassarono, secondo il principio della convergenza, insieme a quelli degli altri paesi europei, è dettato dal semplice fatto che si guarda sempre al debitopubblicobruttoecattivo. Er foca, e i suoi simili guardano solo questo grafico:


Da questo effettivamente si può evincere come ci sia stata la "convergenza" dei tassi di interessi sui titoli di stato europei. Peccato però che lo stato non sia l'unico soggetto a doversi indebitare per finanziare le proprie spese. Esistono anche i privati. E sono loro ad essersi indebitati maggiormente tra il 1999 e il 2007. Ma Alberto Bagnai e la Goofynomics ci impongono di dire che se un soggetto si è indebitato, vuol dire che qualcuno lo ha fatto indebitare troppo!
Questi sono, comunque, i grafici che i pinnipedi non prendono mai in considerazione:



Questi ultimi due grafici ci dimostrano come la convergenza dei tassi di interesse sia stata parziale. E' vero come è vero (Di Pietro rulez) che gli spread sui titoli di stato si sono appiattiti. Non è successa la stessa cosa con gli spread sul credito privato. Quindi l'Italia non ha sprecato nessuna grande occasione. Semplicemente perchè non ci è stata. E comunque il debito pubblico italiano, dopo l'ingresso nell'euro, calò di circa dieci punti percentuali. Ulteriore segno chiaro e lampante che il problema non è il debito pubblico. Il busillis, per i pinnipedi e piddini, è da ricercare nel debito privato ed estero.

"Proprio mentre la Germania, che all'inizio del nuovo millennio era considerata la malata d'Europa, ristrutturava invece la propria economia preparando il miracolo di oggi". Perdonatemi la ripetizione.
Sul fatto che la Germania era la malata d'Europa ho qualche dubbio. Nonostante questo affermare che in quel momento gli alemanni, stoicamente, gettarono le fondamenta per l'ennesimo miracolo economico, è tuttavia una verità parziale. Parziale perchè er foca non si è chiesto come hanno fatto, gli amici alemanni, a fare il balzo in avanti. Ecco come hanno fatto:



Il primo grafico ci mostra come la Germania sia in realtà un violatrice seriale dei trattati europei. Infatti la Germania ha sempre mantenuto un tasso di inflazione al di sotto della soglia minima stabilita dalla BCE. Che significa mantenere un'inflazione bassa? Significa avere i propri prodotti maggiormente competitivi sul mercato. E come è stato possibile questo? Con una svalutazione dei salari dei lavoratori (ultimo grafico qui sopra) che ci mostra come il miracolo tedesco sia stato possibile grazie all'unica valvola di sfogo in assenza di cambio valutario flessibile.

Er foca decide di chiudere con un po di speranza: "Chiudere al meglio la legislatura sul tema dell'economia reale, evitando ulteriori offese al senso comune delle priorità, diventa allora un obbligo morale verso il Paese. Ma altrettanto obbligatorio è dar vita a una campagna elettorale centrata sulle cose concrete da fare per rilanciare la capacità di crescita del Paese, per difendere la forza competitiva delle sue aziende, per creare opportunità di lavoro. Perché questo è il tema della prossima legislatura. E chiunque si troverà a governare è su questo che si giocherà la propria credibilità".  Peccato che la speranza de er foca sia vana. La legislatura si chiuderà allo stesso modo in cui è proseguita durante questo anno. Senza nè arte nè parte. Solo seguendo i diktat europei, e quindi tedeschi, che ci hanno imposto la risoluzione del problema debito pubblico (che è aumentato), il miglioramento del rapporto deficit/PIL (che è peggiorato) e lo spread (unico obiettivo raggiunto ma inutile).

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