venerdì 14 dicembre 2012

Il caso della crisi economica del Giappone...che non c'è

La linea di partenza è ormai quasi vuota. La pistola ha già sparato. Chi è rimasto sui blocchi sarà spazzato via o, semplicemente, messo temporaneamente nel cassetto dei ricordi. La visita di Monti a Napolitano e le sue "dimissioni" hanno, di fatto, aperto la campagna elettorale. Unito, ovviamente, alle piroette di Berlusconi sul "forse riscendo in campo". Fatto sta che la campagna non sarà giocata soltanto dagli attori che si contenderanno i posti in parlamento. Ma anche dai gruppi di potere e pressione che saranno dietro quegli individui che si batteranno fino all'ultima assurda promessa. Giornali, giornalisti e, in questo caso, pseudo economisti sono partiti con la solita disinformazione. Atta a creare quel solito senso di panico nella gente e ad orientarli verso una formazione politica particolare e gradita.

Da circa un mese si è soliti leggere articoli riguardanti "paesi sull'orlo di una crisi". Ovviamente non paesi qualunque. Stati che hanno fatto della politica economica centralizzata il loro policy style. Il Giappone sarebbe secondo Zingales e i simpatici amici del Sole 24Ore sull'orlo di una crisi che, nel giro di tre anni, lo porterebbe al medesimo livello critico della Grecia. Si. Avete letto bene. La Grecia. Lo spauracchio delle prossime molto venture elezioni giapponesi e, soprattutto, delle dichiarazioni del probabile futuro leader riguardanti la volontà di attuare una forte politica monetaria espansiva sta generando panico nell'entourage del PUD. Il Partito Unico dell'Euro. La mission dei seguaci del PUD è screditare il più in fretta possibile tutti coloro che attueranno politiche centralizzate ed espansive, atte a risolvere i problemi di contrazione del PIL e del saldo di conto corrente. Semplicemente perchè se la gente scoprisse che quelle sono le uniche reali soluzioni che proprio noi dovremmo praticare, dopo aver riacquistato la sovranità monetaria, crollerebbe il castello costruito da menzogneri e ignoranti "Ue way of life".

Il primo luogocomunismo che sarebbe portato come esempio è l'ormai famoso, nonchè trito e ritrito, debito pubblico. Se l'Italia ha un enorme debito pubblico, per il Giappone non esiste un aggettivo adatto a definirlo. Se quello italiano si attesta attorno ai centoventisette punti percentuali rispetto al prodotto interno lordo, quello del Sol Levante si aggira sul duecentotrentatre percento. Una cifra capace di zittire chiunque, anche un piddino. Dopo aver ripreso fiato e vigore vedremmo il nostro caro amico luogocomunista scagliarsi contro lo stato spendaccione, brutto, corrotto, abitato dalla casta che vive di sola corruzione. Che bella favola.
Utile fare una prima precisazione. Vero è che il debito pubblico è di tale dimensione. Bisognerebbe però chiedersi chi sono i detentori. Eccovi serviti:


Dopo aver speso diversi post sull'importanza e sulla veridicità della teoria che vuole il debito estero e privato come cause principali della crisi economica di un paese, il grafico soprastante ci mostra come sia impossibile qualunque tipo di paragone tra Giappone e Grecia, nonchè Italia. Meno del dieci per cento del debito sovrano giapponese è in mano straniera. Il che significa che la maggior parte è detenuto da persone fisiche o giuridiche interne allo stato stesso. Quindi sono sicuramente al riparo da ogni tentativo di speculazione e/o attacco di vario genere.

Questa è un'altra differenza sostanziale tra Grecia e Giappone, che i nostri amici Zequila (Zingale) e gli amici del Sole 24Ore ignorano totalmente.

Fonte: Imf Data & Statistics

Il grafico riporta il saldo di conto corrente del periodo 2006-2014. Ogni tentativo di paragone risulta essere totalmente insensato e privo di qualunque tipo di fondamento matematico-economico. Come farebbe il Sole Levante,  tra soli tre anni, a raggiungere il livello greco se negli ultimi 10 non è mai andata in deficit di saldo delle partite correnti. Ossia, tradotto, non ha mai importato più di quanto esportasse? Oltretutto come farebbe il Giappone ad andare in affanno se, semplicemente e legalmente, potrebbe stampare moneta o attuare qualunque altro tipo di policy espansiva semplicemente stampando moneta? Azione che non potrebbe essere messa in pratica dalla Grecia in quanto, sfortunatamente il suo tentativo di referendum sull'euro si è concluso con un commissariamento da parte dell'Unione Europea.

Avendo già parlato in post precedenti dell'importanza dell'indebitamento estero di un paese è interessante osservare che posizione assumono, su questo indicatore, alcuni tra i paesi più discussi dell'ultimo periodo.


Il grafico riporta il NIIP (Net International Investment Position) rispetto al PIL delle economie dei paesi stessi. Il Giappone risulta essere in forte credito verso l'estero, maggiormente rispetto alla Germania. Lo stesso non si può dire degli stessi PIIGS. Come può il Giappone essere sulla strada greca se hanno una differenza di posizione verso l'estero ci circa centocinquanta punti di PIL. I nostri amici Zequila e Co non lo sanno. Semplicemente perchè non prendono in considerazione questi dati. Semplici e ormai fruttiferi sono diventati gli attacchi allo Stato spendaccione, al debito pubblico, etc.

Questo è l'ennesimo esempio di come la disinformazione produce danni all'elettorato. Se le persone avessero semplici spiegazioni e dati incontrovertibili, le loro opinioni su questo euro, questa europa e questi giornalisti menzogneri sarebbero probabilmente diverse.

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