martedì 4 dicembre 2012

La cura della crisi economica greca. Ennesimo caso di malasanità?

Nella vita reale una persona affetta da una malattia, o che comunque ha un problema, necessita e richiede una cura. Questo è fuori discussione. Il vero punto sarà quale rimedio somministrare a tale paziente. La decisione sarà presa dal medico curante o, magari, da un'equipe. Non si sa mai. E poi il detto dice che due teste sono meglio di una. E se sono di più meglio ancora.

Nelle crisi economiche le cose non vanno poi tanto diversamente. Se uno Stato è in crisi o evidenzia un problema, bisogna trovare una soluzione. In una democrazia è sempre stato compito della politica risalire alla causa madre del problema e di porvi rimedio. Con dure ed estenuanti battaglie parlamentari. Oppure, come accadde, con dure ed estenuanti guerre nelle piazze, nelle strade.
Forse però il tempo delle democrazie è venuto meno. Questo sembra essere il tempo dei tecnici e dei tecnicismi. Se un governo ha un problema ecco che arriva un consulente, vestito e agghindato da politicante pro, con la ricetta pronta. La terapia è sempre la stessa. Poichè la malattia è la medesima.
I problemi sono l'alta spesa pubblica, l'elevato debito pubblico e il mercato del lavoro troppo ingessato.

Erano i primi di Novembre del 2011. E George Papandreu, figlio d'arte, dichiarava la volontà di chiamare il popolo a esprimersi sul referendum pro euro. Voleva che i greci stessi decidessero se accettare i massicci aiuti (afflussi di capitale estero) europei, con le conseguenze che stiamo vedendo oggi, o uscire dall'euro e dall'Europa, e vivere di stenti per poi cercare di rialzarsi. Il 10 novembre 2011 Papandreu si dimise da Primo Ministro.

Evidentemente il paziente doveva essere impazzito. Riteneva di potersi curare da solo. Con il tempo. L'equipe medica lo fece bloccare vicino l'uscita dell'ospedale. Lo riportarono di forza a letto. Fu sedato. Onde evitare altri tentativi di fuga. Non si sa mai.

Il nostro paziente non capitò per caso in ospedale con la malattia già in stato avanzato. I soliti check-up annuali erano fatti. E i medici dell'ospedale lo monitoravano. In silenzio senza dirgli niente. Senza preoccuparlo.


Un debito pubblico alto, ma stabile. Una spesa pubblica non tra le più alte. Anch'essa stabile.


Habemus problema. Dal 2004 in poi la Grecia cominciò ad avere, inesorabilmente, pesanti passivi di saldo di conto corrente. Ossia lo Stato esportava sempre meno e importava sempre di più. Si stava indebitando sempre di più con gli stati esteri, che le facevano credito, non potendo stampare moneta.
I sintomi c'erano. Erano evidenti. Un saldo di conto corrente negativo di circa 6 punti percentuali, già negli anni 2000 avrebbe dovuto destare allarme. I medici del paziente non se ne accorsero probabilmente. Forse perchè la banca che faceva prestiti al paziente era composta dalla stessa equipe medica che lo monitorava? Questo è complottismo direte voi! Però qualche dubbio rimane.

Lo shock esterno causato dalla crisi statunitense ha generato forti scompensi all'Europa. Vediamo "le cartelle cliniche" del paziente Grecia.


Nonostante la spesa pubblica non ha avuto sostanziali aumenti, il debito pubblico ellenico è letteralmente esploso dal 2008. Perchè?



Come si evince dal grafico, a partire dal 2008, vi fu l'inizio della crisi europea, successiva e conseguente a quella americana. Con un saldo di conto corrente negativo di quattordici punti percentuali fu un dato devastante. In quel momento lo stato iniziò ad indebitarsi fortemente. Le esportazioni crollarono, le importazioni meno. 

La cura imposta e somministrata alla Grecia, è stata una massiccia spending review. Bel termine inglese per dire tagli. Guardando l'ultimo grafico, l'importantissimo saldo delle partite correnti, si osserva come la situazione, nel 2014 tornerà vicina alla normalità. Sbagliato. Quel dato di circa 3 punti percentuali negativi di current account balance è solo il risultato di tagli alla spesa pubblica (stipendi, pensioni, investimenti, sanità, etc.), di un crollo delle importazioni (imposto dai consulenti tecnici) e massicci trasferimenti di capitali (esteri).

Volendo non essere complottisti e disfattisti bisogna comunque notare come a un paziente con una brutta polmonite sia stata somministrata una cura per malati terminali di cancro. Rimedio sbagliato, insensato e dannatamente nocivo. Il tempo, non molto ormai, ci dirà se l'equipe di professoroni ha prescritto la cura giusta. O se magari questo sarà l'ennesimo caso di "mala sanità".

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